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FAQ Domande al dentista2022-12-21T09:11:09+00:00

FAQ al dentista

Le domande più comuni

Come superare la paura del dentista?2022-12-20T16:48:44+00:00

Molte persone purtroppo, per esperienze passate, hanno paura del dentista.
Noi di Comotto Graziano cerchiamo sempre, attraverso varie tecniche e strumenti, di trattare il paziente portandolo a rilassarsi il più possibile.

Per i casi più gravi di fobia è possibile anche la somministrazione di sedativi di natura gassosa che portano gradualmente il paziente a non provare paura fino a sentirsi assolutamente rilassati.

Per occuparsi della odontofobia noi consigliamo sicuramente di trovare un dentista che ispiri fiducia ed inoltre aiuterà trovarsi in un ambiente amichevole, sereno e tranquillo. La comunicazione tra studio dentistico e paziente è anche imortante, bisogna infatti sentirsi sempre in grado di esprimere le proprie perplessità o i propri fastidi che verranno quindi esaminati dallo staff.

Le cure del dentista provocano dolore?2022-09-08T15:03:52+00:00

Dire che le cure del dentista siano tutte prive di fastidi per il paziente non sarebbe corretto. La bocca e i denti sono strutture molto sensibili e riccamente innervate. Certamente le moderne tecniche anestesiologiche, i dispositivi per togliere la paura e l’approccio delle moderne terapie odontoiatriche riducono al minimo i fastidi tant’è che molte persone non provano alcuna senzazione durante l’intervento del dentista.
Molto spesso è comunque maggiore il dolore da una situazione non curata che la cura in sé, che potrebbe tra l’altro richiedere interventi più invasivi in caso di procrastinzazione eccessiva della cura.

Come si usa lo spazzolino?2022-09-08T15:04:07+00:00

Per prima cosa, è importante sapere che lo spazzolino deve essere nuovo, o comunque non avere più di tre mesi. Ecco un breve elenco, contenente le istruzioni per effettuare un corretto spazzolamento dei denti:

  • Applica poco dentifricio sullo spazzolino asciutto, non bagnarlo prima di lavare i denti;
  • Appoggia lo spazzolino sulle superfici dei denti e procedi con lo spazzolamento, muovendo lo spazzolino in senso verticale;
  • Non spazzolare orizzontalmente, poiché ciò potrebbe causare danni a denti e gengive;
  • Pulisci bene tutte le superfici dentali partendo dalle gengive, cercando di raggiungere anche le zone difficilmente detergibili, come gli ultimi molari;
  • Spazzola le superfici interne, esterne e masticatorie di tutti i denti;
  • Non esercitare troppa pressione;
  • Spazzola i denti per almeno un paio di minuti consecutivi;
  • Utilizza preferibilmente uno spazzolino con setole medie o morbide, salvo diverse indicazioni del dentista.

Sarebbe inoltre indicato lavarsi i denti dieci minuti dopo i pasti principali. Se trovi difficoltà usando lo spazzolino manuale, puoi provare ad utilizzare quello elettrico, in grado di garantire ottimi risultati.
Per concludere e mantenere un’igiene orale ottimale non dimenticare di sottoporti, con cadenza semestrale o annuale, a una seduta di pulizia dentale professionale presso lo studio dentistico di fiducia.

Devo usare il filo interdentale? Come si usa?2022-09-08T15:04:07+00:00

Sì, il filo interdentale va usato ed è un ottimo presidio per pulire le superfici presenti tra dente e dente, non raggiungibili dallo spazzolino. Ecco come utilizzarlo:

  • Taglia un pezzo di filo interdentale non cerato (pulisce meglio) di circa 20 cm;
  • Arrotola i capi attorno alle dita medie e mantienilo in tensione con gli indici;
  • Inserisci il filo negli spazi interdentali con un delicato movimento orizzontale, fino a farlo scendere in prossimità della gengiva;
  • Avvolgi un dente alla volta e striscia il filo dalla base fino alla corona;
  • Ripeti la procedura sul dente vicino e così via, per ogni spazio interdentale.

Sarebbe ideale passare il filo prima di usare lo spazzolino, in modo che quest’ultimo abbia modo di eliminare dal cavo orale placca e batteri portati in superficie.

Cos’è la placca batterica?2022-09-08T15:04:07+00:00

La placca batterica è un aggregato di germi, tenacemente adesi alle superfici dei denti. Si tratta di un biofilm dannoso, responsabile delle più comuni patologie orali, come carie e parodontiti.

La saliva, ricopre le superfici degli elementi dentari tramite una “pellicola” proteica che viene colonizzata dai batteri presenti in bocca. Questi, si cibano di zuccheri e producono un acido in grado di attaccare lo smalto. È in questo modo che si forma la carie dentale. La placca si accumula soprattutto nello spazio tra un dente e l’altro, alla base degli stessi, nei solchi e nelle fossette.

Una volta “bucato” lo smalto, lo strato più superficiale, i batteri hanno libero accesso agli strati profondi del dente fino ad arrivare alla polpa e allora… sono dolori! Quando avvertiamo dolore, la carie ha raggiunto il nervo e l’elemento deve essere devitalizzato. Meglio curarlo prima, non credete?

Una volta solidificata, la placca in certe zone calcifica, dando origine al cosiddetto tartaro, il quale deve essere periodicamente rimosso attraverso una seduta di pulizia dentale professionale.

Cosa causa l’alito cattivo?2022-09-08T15:04:07+00:00

L’alito cattivo si definisce alitosi, le cause di questo problema sono molte. Quasi sempre questo disturbo origina della bocca e le possibili cause sono:

  • Una cattiva igiene orale;
  • Infezioni gengivali e parodontali (piorrea);
  • La presenza di carie;
  • Alimenti particolari;
  • Il fumo;
  • L’abuso di alcool.

Il cibo che ristagna in bocca va incontro a processi di putrefazione che causano il cattivo odore. Anche la xerostomia, scarsa salivazione, può esserne causa.

Altre volte, invece, l’alitosi è causata da patologie che non hanno nulla a che fare con la bocca, come per esempio:

  • Il reflusso gastroesofageo;
  • La carene idratazione;
  • Il diabete;
  • La cirrosi epatica;
  • Tonsilliti;
  • Bronchiti.

Il ruolo del dentista in questi casi è quello di individuare la patologia che causa il disturbo e consigliare al paziente il giusto trattamento di terapia conservativa o parodontologia. Se la problematica scatenante l’alitosi non fosse di sua pertinenza, dovrà indirizzare il paziente verso uno specialista di riferimento.

Come si sbiancano i denti?2022-09-08T15:09:39+00:00

Lo sbiancamento dentale è un trattamento cosmetico che rende i denti più bianchi. Possono essere sbiancati solo i denti naturali, vitali o devitalizzati. Il meccanismo che interviene sulla schiaritura dello smalto si basa sulla liberazione di ossigeno attraverso l’uso di paste. L’ossigeno disgrega i pigmenti che colorano il dente e lo schiarisce.

I denti vitali possono essere trattati in studio (in office bleaching), oppure fornendo mascherine e prodotto sbiancante al paziente, che lo userà a casa secondo le indicazioni del dentista (walking bleaching).

Lo sbiancamento dei denti devitalizzati, che di norma ha ottimi risultati, si effettua in studio con l’inserimento della pasta sbiancante nel dente che, protetta da un’otturazione provvisoria , verrà rimossa ed eventualmente riapplicata la settimana successiva e fino a risultato ottenuto.

Fa male sbiancare i denti?2022-09-08T15:10:36+00:00

Lo sbiancamento dentale non fa male e non indebolisce lo smalto, è indispensabile però una visita preliminare dal dentista che valuterà la situazione dei denti e soprattutto delle gengive. Per poter eseguire il trattamento in sicurezza, i denti non devono avere carie e le gengive non devono essere infiammate.

Ovviamente, non devono esserci placca e tartaro, che impedirebbero l’effetto sbiancante. Si consiglia per cui, di sottoporsi prima a una seduta di igiene dentale professionale presso lo studio dentistico di fiducia.

Quanto dura l’effetto di sbiancamento dentale?2022-09-08T15:13:18+00:00

La durata dell’effetto dello sbiancamento dentale nel tempo è piuttosto variabile e dipende da molti fattori, quali l’igiene orale del paziente, le abitudini alimentari, il fumo, etc.

In linea di massima un paio di anni è il tempo medio di durata del trattamento, dopo di che lo sbiancamento può tranquillamente essere ripetuto.

I denti sbiancati sono sensibili al freddo?2022-09-08T15:13:10+00:00

Può capitare che i denti sbiancati sviluppino un’ipersensibilità al freddo, la quale può essere ridotta dal dentista con prodotti specifici per denti sensibili. Quest’ultimi, possono essere applicati direttamente sui denti dall’odontoiatra o dall’igienista dentale.

In alternativa, i principi attivi contenuti in appositi dentifrici desensibilizzanti, costituiscono un valido aiuto da utilizzare a casa, direttamente dal paziente durante le normali manovre di igiene orale.

Dopo un trattamento sbiancante, è poi buona norma evitare cibi troppo caldi o troppo freddi, cibi acidi, zucchero o sale in eccesso. Il fenomeno di solito regredisce spontaneamente nel giro di qualche giorno.

Cos’è la malattia parodontale?2022-09-08T15:14:44+00:00

La semplice infiammazione delle gengive si chiama gengivite. Quando l’infiammazione colpisce l’osso si instaura la parodontite, una malattia a carico dei tessuti di sostegno del dente, che conduce progressivamente alla perdita ossea e gengivale.

Conosciuta anche come piorrea, questa patologia può portare, in stadio avanzato, a fenomeni di mobilità e alla perdita dei denti. La causa principale è la placca batterica che si accumula fra denti e gengive.

Per impedire che i tessuti dentali vengano irrimediabilmente danneggiati dai pericolosi batteri orali, è importante rivolgersi a un professionista esperto in parodontologia, capace di riconoscere e curare i danni della parodontite, prima che sia troppo tardi.

Cosa sono le carie?2022-09-08T15:17:19+00:00

Sono lesioni dei denti causate dagli acidi prodotti dai batteri, in seguito al metabolismo degli zuccheri. L’acido corrode e buca lo smalto dei denti fino a raggiungere il tessuto sottostante, che si chiama dentina. La dentina è più tenera e perciò più aggredibile dai batteri, che la infiltrano fino a raggiungere la camera pulpare, la cavità che contiene vasi sanguigni e nervi.

Solo una volta infiammati questi tessuti, si instaura la pulpite con la comparsa di dolore, che può essere anche molto forte. A questo punto la cura della carie non è più sufficiente ed è necessario procedere alla devitalizzazione del dente.

Posso non curare una carie se non mi fa male?2022-09-08T15:18:13+00:00

È importantissimo curare la carie quando ancora non fa male, prima che si approfondisca fino a raggiungere il nervo. Se la carie raggiunge la polpa dentaria, è possibile arrivare ad avvertire un dolore molto intenso. In tal caso, la semplice otturazione non è più sufficiente e si dovrà provvedere alla devitalizzazione del dente.

La terapia endodontica, oltre a indebolire l’elemento dentario interessato, allunga i tempi alla poltrona e concorre all’aumento dei costi. Per questo motivo, la prevenzione dentale si rivela sempre l’arma vincente per difendere la salute orale, non incorrere in fastidiosi mal di denti ed evitare sedute prolungate dal dentista.

Come si cura una carie?2022-09-08T15:19:04+00:00

Si rimuove il tessuto cariato dallo smalto e dalla dentina, che appaiono rammolliti. L’asportazione della dentina deve essere eseguita fino a raggiungere il tessuto sano, che si riconosce perché è molto più duro. Una volta rimossa la carie, il dente va otturato. Ti spieghiamo come:

  • Si modella la cavità ottenuta perché sia idonea ad accogliere la pasta per l’otturazione;
  • Si tratta il dente con sostanze che consentono alla pasta di aderire;
  • Si applica la pasta;
  • La si fa indurire mediante l’uso di lampade che emettono luce ultravioletta;
  • Si rifinisce l’otturazione con delle frese apposite, per consentire una masticazione corretta;
  • La si lucida con dei gommini.

Come pasta da otturazione, per procedere alla cura delle carie si utilizza il composito dentale, un materiale resinoso di colore bianco, in grado di aderire al dente alla perfezione. L’otturazione deve essere effettuata sotto diga di gomma, una membrana che ha la funzione di isolare il dente dall’ambiente orale.

Cos’è la devitalizzazione?2022-09-08T15:24:06+00:00

La devitalizzazione consiste nell’asportazione della polpa di un dente. Il canale radicolare, viene poi otturato con un materiale biocompatibile di origine vegetale, che prende il nome di gutta percha. Di seguito, riportiamo tutti i passaggi di questa procedura:

  • Viene asportata la polpa dentale, che comprende vasi sanguigni e nervi;
  • La camera pulpare e i canali che corrono lungo le radici del dente vengono opportunamente sterilizzati;
  • I canali vengono allargati e sagomati;
  • Queste strutture vengono otturate utilizzando la gutta percha.

La devitalizzazione del dente è un procedura chirurgica, pertanto è obbligatorio l’uso della diga di gomma, una membrana in grado di isolare il dente dall’ambiente orale e dai batteri.

Quando si devitalizza un dente?2022-09-08T15:25:00+00:00

La patologia principale che rende necessaria la devitalizzazione è la carie dentale, che raggiunge ed infiamma la polpa (vasi sanguigni e nervo all’interno del dente). Esistono però anche altre cause, le più frequenti sono:

  • Traumi dentali;
  • Sensibilità dentinale incoercibile con le normali tecniche di desensibilizzazione;
  • Ascessi e infezioni della polpa dentaria.

In caso di traumi dentali, il dente viene devitalizzato e successivamente ricostruito. Ove presente poco tessuto dentale sano, è possibile recuperarlo attraverso l’applicazione di corone dentali o faccette estetiche in ceramica.

Un dente devitalizzato può cariarsi?2022-09-08T15:25:53+00:00

Il dente devitalizzato può comunque cariarsi, poiché l’asportazione del nervo non diminuisce il rischio di carie. E’ perciò molto importante, ai fini della prevenzione, evitare di incorrere in carie di grosse dimensioni.

Al tempo stesso, è fondamentale mantenere una buona igiene orale anche in presenza di denti devitalizzati. La devitalizzazione del dente, è di fatto una procedura che elimina i sintomi dolorosi, ma non impedisce in alcun modo ai batteri cariogeni di poter attaccare lo smalto dentale.

Perchè il dente devitalizzato mi fa ancora male?2022-09-08T15:28:00+00:00

Subito dopo la devitalizzazione, potrebbe a volte capitare che il dente sia ancora dolente per un periodo. Normalmente, il dolore decresce progressivamente fino a scomparire.

Il dente devitalizzato può invece far male anche dopo anni, a causa di cure canalari mal eseguite o in seguito all’instaurarsi di fratture e traumi dentali. Un elemento trattato con questa procedura è infatti più fragile e, purtroppo, più soggetto a rompersi.

Talvolta il dente può presentare dei microscopici canali secondari, non detergibili, praticamente impossibili da otturare. In questo caso, anche se la terapia canalare è stata ben eseguita, si può verificare la formazione di granulomi o di ascessi, che rendono necessario il ritrattamento del dente.

Non sempre il ritrattamento migliora il quadro clinico. Possiamo all’occorrenza provare a intervenire chirurgicamente, asportando la punta della radice malata. Questo intervento si chiama apicectomia. Se nemmeno questa procedura funziona, l’unica possibilità è l’estrazione chirurgica dell’elemento interessato.

Cos’è la protesi?2022-09-08T15:29:19+00:00

La protesi dentale è un manufatto, realizzato da un Odontotecnico abilitato sotto la prescrizione di un Medico Odontoiatra, utilizzato per rimpiazzare la dentatura originaria persa o compromessa per motivi funzionali e/o estetici. Sono i cosiddetti “denti finti” che devono sembrare “veri” e hanno la funzione di riabilitare l’estetica orale e la masticazione del paziente.

La disciplina della protesi dentaria è divisa in due branche:

  • la protesi fissa, che riabilita il paziente con denti fissi su impianti o, ove presenti, su denti naturali utilizzati come pilastri, ai quali collegare gli elementi dentari mancanti;
  • la protesi rimovibile, o mobile, che riabilita la masticazione con dispositivi che devono essere rimossi dalla bocca per le procedure di igiene quotidiana. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le protesi mobili su impianti dentali o gli scheletrati con ganci.
Cos’è la protesi mobile?2022-09-08T15:30:01+00:00

La protesi mobile consiste nella sostituzione di denti mancanti o compromessi, attraverso l’applicazione di dispositivi protesici rimovibili come dentiere e scheletrati.

Al giorno d’oggi, grazie all’affermarsi dell’implantologia dentale, quasi a tutti si può applicare una protesi fissa. Molti pazienti, per motivi di malattie sistemiche, di mancanza di supporto osseo per gli impianti, per l’età avanzata o per motivi economici, vengono trattati con protesi rimovibili che, se ben fatte, sono confortevoli e ripristinano funzione ed estetica.

Cos’è la protesi fissa?2022-09-08T15:30:36+00:00

La protesi fissa è quella disciplina odontoiatrica che si occupa della sostituzione di denti mancanti o compromessi, con un manufatto fisso ancorato ai denti sani residui, oppure a degli impianti.

  • Le corone o capsule sono manufatti, solitamente realizzati in porcellana, che ricoprono i denti compromessi per preservarli da problemi futuri e per aumentarne la resistenza;
  • I ponti invece sono costituiti da corone che vengono cementate a denti sani o a impianti, i quali fungono da pilastri e fanno da supporto ai denti finti, posizionati dove è presente lo spazio vuoto.
    Spesso i ponti dentali sono più complessi e sostituiscono molti elementi persi su più di due pilastri.

Ciò che hanno in comune ponti e corone è che non si possono rimuovere, sono denti fissi e quindi più favorevolmente accettati dai pazienti.

Si vedono i denti finti?2022-09-08T15:31:21+00:00

Dipende dai materiali usati, dall’abilità e dall’esperienza del dentista e dell’odontotecnico, dalle loro conoscenze nel campo della protesi estetica dentale e del viso, oltre che dalla correttezza delle procedure utilizzate.

I materiali che abbiamo oggi a disposizione, come ad esempio le ceramiche senza metallo, ci consentono di ripristinare l’estetica dentale garantendo risultati estremamente naturali. Guarda qui qualche caso clinico.

Uno studio preliminare del viso e della bocca del paziente, anche con tecniche digitali, la conoscenza dei parametri estetici e funzionali, il trattamento atraumatico e preciso dei tessuti, consentono di ottenere risultati assolutamente naturali ed invisibili.

Possono migliorare l’estetica del sorriso?2022-09-08T15:33:02+00:00

È assolutamente possibile migliorare l’estetica del sorriso. Non è però sufficiente che il dentista prepari i denti e deleghi tutto all’odontotecnico. Bisogna previsualizzare il caso finito, che va costruito in cera sul modello, applicato in bocca con i provvisori, reso estetico e funzionale e copiato poi nei definitivi che devono essere costruiti con i giusti materiali.

Sono fondamentali le conoscenze del team dentista-odontotecnico e la padronanza delle corrette procedure.

Quanto durano i denti finti?2022-09-08T15:35:55+00:00

Secondo la letteratura internazionale, la durata è in media 10 anni.

Si tratta di una media che non ha molto senso, poiché è una media statistica ed i casi possono essere molto diversi tra loro in base soprattutto all’alimentazione.

La durata dei lavori odontoiatrici è multifattoriale e dipende principalmente da:

  • Come è stato realizzato il lavoro;
  • Dai materiali usati;
  • Dalla cura del mantenimento con corretta igiene orale domiciliare e in studio;
  • Dall’insorgenza o meno di patologie che ne mettono a rischio la durata, per esempio il diabete;
  • Da eventuali traumi.

È fondamentale sottoporsi a sedute periodiche di pulizia dentale in studio, comunicando all’equipe ogni variazione riguardante la propria salute orale e sistemica.

FAQ Domande al dentista

“Andare dal dentista è un dovere per noi stessi, ma noi ci impegniamo ogni giorno per rendere la vostra visita un piacere.
La nostra missione è quella di aiutarvi a sfoggiare un sorriso sano e bello in ogni situazione.”

Dott.ssa Carlotta Graziano

Dentistista Odontoiatra

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